Il figlio investito. E il padre che si accascia su di lui, lo protegge, cerca di spostarlo dalla strada sulla quale l’ha lasciato senza vita l’auto pirata. I protagonisti di questa triste e commovente vicenda non sono persone, ma cani. Randagi dall’animo umano.
L’episodio si è verificato a Taranto, in via Garibaldi, il lungomare della città vecchia. Un’auto arriva a tutta velocità e travolge un meticcio di colore bianco. Per il cane non c’è scampo. Muore subito. Il conducente dell’auto scappa via, non si ferma, non soccorre la bestia ancora agonizzante sull’asfalto. Sul posto arrivano delle persone, anche una pattuglia dei vigili urbani che era in servizio lì vicino. Ma soprattutto arriva lui, il papà del cane ucciso.
«Due randagi inseparabili – dicono gli abitanti della zona – vivono sempre insieme, li conosciamo bene». Il padre arriva sulla strada e tenta di soccorrere il povero figlio ormai esanime. Blocca il traffico, si accascia su di lui, un tenero ed estremo quanto inutile tentativo di protezione. Ad un certo punto, prova con le due zampe anteriori a portarlo via di là. Ma non ci riesce e così si siede su di lui e inizia a leccarlo. È andata avanti così per un’ora.
Una storia toccante, un addio struggente documentato da una serie di foto di quanti hanno assistito a quei momenti. L’arrivo della Polizia Municipale e dei veterinari dell’Asl ha poi consentito, la rimozione del cane morto.
Gli scatti di quei momenti, diffusi dall’associazione culturale “Filonide”, raccontano più delle parole quel senso di dolcezza e amore che a molti umani manca. «Sono padre e figlio, sono cani di quartiere – afferma Marcello Bellacicco, presidente dell’associazione – e ieri pomeriggio abbiamo assistito a questa scena molto toccante. È stato incredibile vedere quel cane che non lasciava avvicinare nessuno al proprio figlio, che lo custodiva, lo proteggeva dal traffico. Mentre un uomo lo aveva ucciso sfrecciando come un razzo con la sua auto e non fermandosi nemmeno per vedere cosa fosse successo».