EMPOLI. «Sono vivo grazie al mio cucciolo Arturo». Giorgio Cortese, 48 anni di Pozzale, è appena stato dimesso dall’ospedale di Empoli, dove è rimasto ricoverato per dieci giorni. Si era sentito male in casa. Ha rischiato di morire. Ma è stato salvato grazie ai soccorsi immediati. A farli scattare è stato lui, Arturo, un Breton di sette mesi, che è stato il primo a rendersi conto di ciò che stava accadendo. E coi suoi guaiti ha richiamato l’attenzione dei familiari di Giorgio.
È sera. Giorgio guarda la tv disteso sul letto. In casa ci sono anche suo fratello e la mamma. All’improvviso viene colpito da un malore. Non può chiedere aiuto perché perde i sensi. I suoi familiari non possono rendersi conto di ciò che sta accadendo in camera da letto. Dove però, per fortuna, c’è Arturo, cucciolo bianco/arancio di razza Breton, tanto cara ai cacciatori, ma scelto da Giorgio come animale da compagnia. E lui ricambia dimostrandosi il migliore amico del suo padrone. Altro che luoghi comuni. Arturo capisce immediatamente che c’è qualcosa che non va. Inizia a guaire disperato. Giorgio non si muove. E lui insiste. E insiste ancora. Fino al punto di insospettire il fratello di Giorgio, che corre al suo capezzale. La situazione è grave. Arriva anche la mamma e insieme chiamano il 118 che invia sul posto un’ambulanza. L’intervento dei soccorritori è tempestivo e salva la vita a Giorgio. Grazie ad Arturo: «Ora sto bene» sottolinea Cortese mentre racconta il suo dramma a lieto fine: «E se sono ancora quì lo devo soltanto a lui». Arturo ascolta. È al suo fianco, come sempre. Pronto a prendersi una carezza, ricambiata con tanto affetto: «Non so come sarebbe andata a finire se quella sera non ci fosse stato questo cucciolo al mio fianco. Probabilemente sarebbero passati diversi minuti prima che mio fratello e mia madre si rendessero conto di ciò che stava accadendo. E magari poteva essere anche troppo tardi». E invece ci ha pensato Arturo a scrivere il lieto fine: «Mi ha raccontato mio fratello che l’ha sentito guaire in modo strano. Era una specie di lamento costante. Per qualche secondo non ci ha fatto particolarmente caso. Poi quando ha visto che Arturo insisteva si è insospettito. Ed è a quel punto che ha visto che stavo male e ha chiesto l’intervento di un’ambulanza». Giorgio è stato trasportato all’ospedale San Giuseppe di Empoli. Superata la crisi, le sue condizioni sono gradualmente migliorate. E dopo una decina di giorni di degenza è stato dimesso ed è tornato nella sua casa del Pozzale, dove ha potuto riabbracciare il suo piccolo-grande eroe: «È un cane eccezionale. Mi segue sempre, ovunque vada. È sempre con me, lo conoscono tutti e gli vogliono bene, perché è molto tenero. E ora che mi ha salvato la vita siamo ancora più legati». (Fonte: IL TIRRENO – 15 maggio 2011)